L'Editoriale
Quello delle noci è un mondo affascinante che non si finisce mai di scoprire. O meglio, si pensa di conoscere bene questo frutto tradizionalmente presente sulla nostra tavola quando in realtà sono molti gli aspetti da approfondire. In questo secondo numero della Rivista della filiera italiana della noce daremo la parola a chi con questo prodotto lavora quotidianamente, custodendo un patrimonio di conoscenze teoriche, tecniche e pratiche affinato nel corso del tempo.
Quando si parla di noci spesso ci si chiede se gli irresistibili gherigli facciano o meno parte degli alimenti da consumare anche da chi sta seguendo un percorso di calo ponderale. Nelle prossime pagine avremo l’occasione di sfatare un diffuso luogo comune: questi frutti, pur fornendo un elevato apporto calorico, sono in realtà un ottimo alleato di chi vuole perdere peso e sono perfetti per attenuare gli improvvisi stimoli della fame, grazie ad una buona dose di proteine e un’importante quantità di grassi. Allargando lo sguardo, è interessante conoscere un po’ più da vicino come si sviluppa la pianta da cui questo frutto ha origine. Il noce è un esempio efficace di come le piante siano in grado di crescere e di evolversi seguendo un istinto naturale, direzionando lo sviluppo dei rami con l’obiettivo di ottenerela maggior quantità possibile di luce. A questo proposito, ecco una curiosità che forse non tutti conoscono: i rami non cresconoin modo casuale ma seguono la successione di Fibonacci, una sequenza matematica che va a ricreare, anche in natura, un esempio di simmetria geometrica, esteticamente perfetta. Quando si pota, dunque, è fondamentale rispettare il noceto, assecondando la sua predisposizione e, al tempo stesso, massimizzando efficienza e produttività. Nelle prossime pagine parleremo anche di numeri, perché la filiera della noce è anche un mercato dalle grandi potenzialità. Un primo focus verrà dedicato al contesto nazionale: nonostante il momento piuttosto complicato è interessante notare come il prodotto made in Italy si sia distinto in termini qualitativi e, nonostante un avvio di stagione in salita, i volumi dei mesi di dicembre e gennaio sono risultati in linea con quelli del periodo. A differenziare il contesto italiano è inoltre il fatto che gli interessi degli agricoltori non sono mai stati messi in secondo piano, evitando il crollo dei prezzi che invece ha coinvolto i produttori di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti (California), in cui il valore del frutto è sceso ben al di sotto dei costi di produzione. Di come sta andando il mercato della noce in questi Paesi si parlerà in un approfondimento dedicato, con un’analisi accurata di numeri e dati di settore.
La Nutrizionista
Dott.ssa Manuela Mapelli | Laureata in Scienza dell’Alimentazione, specialista in disturbi del comportamento alimentare
Dott.ssa Manuela Mapelli | Laureata in Scienza dell’Alimentazione, specialista in disturbi del comportamento alimentare
La frutta secca, di cui fanno parte le noci, costituisce un alimento ideale per gli spuntini. Impossibile resistere ai gherigli saporiti, che rendono soddisfacente l’assaggio e conquistano per la loro consistenza burrosa e croccante al tempo stesso. Il gradimento non riguarda soltanto il senso del gusto, ma coinvolge l’intero organismo, coccolandolo grazie all’apporto di nutrienti preziosi. I semi commestibili del frutto sono lobati in modo irregolare e sono anche detti “cerebriformi” in quanto la loro forma ricorda la struttura cerebrale. Questa somiglianza permette di fare una considerazione importante: le noci sono un eccezionale alleato per il nostro cervello. Fanno infatti parte del cosiddetto “brain food”, quell’insieme di alimenti – che comprende anche cereali integrali, mele, pomodori e broccoli – efficaci nel rallentare il declino cognitivo grazie all’elevato contenuto di acidi grassi come omega 3 e omega 6. All’effetto benefico sul funzionamento del cervello si aggiunge anche il fatto che le noci svolgono un ruolo chiave nel coadiuvare un percorso di calo ponderale. A questo proposito è importante sottolineare che, nonostante forniscano un alto apporto calorico (i gherigli di tre noci contengono infatti circa 100 chilocalorie), questi frutti sono un’ottima fonte di grassi polinsaturi, come ad esempio l’acido alfalinoleico – una sostanza che non può essere sintetizzata dall’organismo e va quindi introdotta nella dieta – in grado di fornire energia immediatamente spendibile dal nostro organismo. Le noci sono indicate anche per colmare i “buchi nello stomaco”: contengono una buona Dr.ssa Manuela Mapelli, Laureata in Scienza dell’Alimentazione, specialista in disturbi del comportamento alimentare dose di proteine e una salutare (seppur massiccia) presenza di grassi. A questo proposito vale la pena ricordare che in 100 grammi di prodotto se ne contano circa 68 di lipidi e 15 di proteine. In ogni gheriglio è inoltre contenuta un’elevata quantità di fibre (amiche dell’intestino), sali minerali come magnesio, manganese e potassio particolarmente efficaci nel ripristinare rapidamente le energie perse durante l’attività fisica. E a proposito di sport, è importante ricordare che un buon allenamento deve iniziare con un piccolo snack sano ed equilibrato, che non riempia troppo lo stomaco né appesantisca. In questo senso le noci sono perfette, e vale la pena mangiarne un paio prima dell’esercizio fisico. Al di là degli allenamenti, le noci in generale sono uno spezza-fame eccezionale per moltissime ragioni: si tratta infatti di un alimento completamente naturale e godibile in purezza, così com’è. È inoltre uno snack comodo da portare con sé se ci si trova fuori casa (in ufficio, a scuola) ed è calorico al punto giusto per farci sentire subito sazi. Insomma, che sia o no l’ora della merenda, se si viene colti da un attacco di fame scegliere una noce al posto di qualsiasi cracker, merendina o bibita, è la decisione migliore per prendersi cura del proprio organismo.
L' Agronomo Cesare Bendandi | Agronomo dell'Azienda Agricola San Martino
In natura le piante si comportano in maniera del tutto autonoma, disponendo i propri rami secondo la sequenza di Fibonacci al fine di ottenere la migliore esposizione alla luce in funzione dello spazio a disposizione. Nella moderna frutticoltura, senza dimenticare i principi fondamentali delle leggi della natura, si interviene sulla naturale predisposizione della pianta per massimizzare l’efficienza e la redditività. Si cerca cioè di modificare l’albero con varie operazioni di potatura al fine di raggiungere una piantagione uniforme, un buon equilibrio tra vegetazione e produzione. Le tecniche di potatura devono quindi rispettare lo stato fisiologico ottimale dell’albero, consentire una buona aerazione e penetrazione della luce e dei prodotti fitosanitari, mantenere un adeguato rapporto foglia/frutto. Durante il periodo giovanile si interviene il meno possibile, con la cosiddetta potatura di formazione. L’obbiettivo è garantire il maggior sviluppo cumulato della chioma e, di conseguenza del sottostante apparato radicale. Ciò permetterà un migliore ancoraggio contro il vento, una maggiore esplorazione del suolo a caccia di nutrienti, e di rimbalzo, nuovamente un maggiore sviluppo vegetativo e precoce entrata in produzione. Ma sul noce come si interviene? La forma di allevamento ottimale è il “fusetto”, che si sviluppa su di un asse centrale con la chioma a forma piramidale. E’ precoce ed equilibrata, con buona esposizione alla luce, che necessita di pochissimi interventi poiché segue la naturale dominanza dell’apice vegetativo principale sulle branche sottostanti. Il ramo o i rami troppo vigorosi e verticali, che disturbano lo sviluppo della cima e il suo controllo della pianta, potranno essere curvati/inclinati orizzontalmente rendendoli più “mansueti”, e solo nei casi più difficili andranno eliminati. Si cercherà di avere su tutto l’asse principale una distribuzione omogenea e spiraliforme delle branche, andando a stimolare la partenza delle gemme dormienti nelle zone più spoglie con il cosiddetto taglio del caporale, una incisione della corteccia sopra la gemma che annulla il controllo da parte della gemma apicale. Per mantenere la dominanza dell’apice si elimineranno infine le biforcazioni sulla cima e nelle branche principali, evitando dispersioni energetiche che possono modificare la leadership, mantenendo quindi un chiaro controllo sulle altre gemme e un ottimale sviluppo vegetativo, e se necessario si attuerà un diradamento dei 2-3 germogli immediatamente sottostanti il leader che competono per la conquista della cima. È importante intervenire sulle piante rispettandone la naturale vigoria e disposizione dei rami secondo la sequenza di Fibonacci, con interventi che possono essere eseguiti sia in inverno durante il riposo vegetativo, che in primavera-estate attraverso la cosiddetta potatura verde Un’arte, quella della potatura, che consente di ottenere risultati commerciali rispettando la natura ed i suoi equilibri.
IL CONTESTO INTERNAZIONALE
Alessandro Annibali | INC Ambassador e Amministratore Delegato di New Factor SpA
Negli ultimi due anni il mercato mondiale di noci ha registrato un’impennata dell’offerta e un calo dei consumi, che ha interessato l’intero comparto della frutta secca e, più nello specifico, quello delle noci in guscio. Le noci sgusciate sono state invece protagoniste di performance migliori, grazie al loro maggior contenuto di servizio e al versatile utilizzo industriale. L’allargamento della forbice tra domanda e offerta ha determinato un crollo dei prezzi: il calo maggiore è stato rilevato in California, dove il valore è sceso ben al di sotto dei costi di produzione, mentre la flessione è risultata minore nelle aree del bacino mediterraneo, come Spagna, Portogallo e Francia. All’interno dello scenario internazionale attuale è inoltre importante sottolineare come si stia modificando il ruolo stesso dei Paesi coinvolti nel mercato delle noci. La Cina si sta configurando come il player di maggior rilievo: in un decennio è passato da importatore di noci con un consumo annuo stimato di circa un milione di tonnellate a esportatore, registrando nel 2022 una produzione di 1,4 milioni di tonnellate ed una previsione di crescita ulteriore nei prossimi anni. Anche in California lo scenario potrebbe cambiare: ci si attende infatti una riduzione dei noceti poco produttivi impiantati negli anni Settanta e Ottanta.
CINA
Entrando più nel dettaglio, in Cina l’obiettivo annuale della stagione è pari a 1,4 milioni di tonnellate di noci, in linea con la stima iniziale del raccolto. Le aspettative sono positive, in quanto si prevede una produzione sopra la media in tutte le regioni ad eccezione dello Yunnan, dove il raccolto è stato ritardato di due-tre settimane a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. Nelle altre aree produttive il raccolto è iniziato in maniera regolare, con dimensioni più contenute ma rese più elevate. Un contesto tutto sommato positivo, che risente però dei rallentamenti, nell’ambito della lavorazione del raccolto, della logistica e del consumo, causati dalle restrizioni dovute al Covid-19. Le spedizioni internazionali hanno inoltre subito ulteriori ritardi a causa della stasi dei prezzi verificatasi durante il Mid-Autumn Festival, la seconda festività più importante in Cina dopo il Capodanno, e le vacanze della Golden Weekend, oltre che dalla forte concorrenza.
USA
Come riportato dal California Walnut Board/Commission, si è previsto invece che negli Stati Uniti la produzione del 2022 avrebbe raggiunto le 653.200 tonnellate, contando su un totale di 161.900 ettari, in aumento del 3% sull’anno precedente. Questi numeri sono una diretta conseguenza delle condizioni meteorologiche: durante la stagione di crescita dei frutti il Paese ha sperimentato temperature alte e un clima piuttosto secco, rendendo necessarie irrigazioni aggiuntive in molte aree. L’ondata di caldo di fine estate, inoltre, ha provocato qualche danno al raccolto, causando il 10% in più di imbrunimento dei gherigli e il 2% in meno di resa segnalati nella maggior parte delle varietà, compresa la Chandler. Cominciato a inizio settembre, con un completamento previsto tra ottobre e novembre, il raccolto potrebbe superare la stima iniziale di 653.200 tonnellate, anche se la quantità probabilmente è minore se si contano soltanto i frutti di buona pezzatura e calibri apprezzati. Da sottolineare che, a causa dei prezzi in riduzione, la maggior parte dei coltivatori non ha fatto il secondo passaggio di pulizia delle ultime noci rimaste nel noceto dopo il primo novembre.
CILE
In Cile, invece, il raccolto del 2022 è terminato con volumi in linea con la stima originale, pari a 170mila tonnellate. Buoni risultati anche sotto il profilo qualitativo, simile a quello degli scorsi anni: il 92% delle noci presenta infatti un colore extra chiaro e chiaro e una pezzatura al di sopra dei 30 millimetri. Con risultati migliori rispetto alle ultime stagioni, la resa è salita al 49,9% per la varietà Chandler. In leggero aumento, inoltre, la spedizione nell’anno corrente, che ha raggiunto quota 116mila tonnellate.
FRANCIA
Quanto infine all’Europa, le stime del raccolto di noci francesi si attestavano nel 2022 a circa 39mila tonnellate, cui si aggiunge un riporto di stock del raccolto precedente pari a circa 2mila tonnellate. Nonostante non siano ancora disponibili i dati ufficiali, la stima fornita dagli operatori per il 2022 attesta la quantità totale a 48mila tonnellate, con un riporto pari a circa 4mila tonnellate. Sotto il profilo qualitativo, la produzione dello scorso anno presenta calibri sensibilmente più piccoli rispetto all’anno precedente: soltanto nel 20% dei casi vengono superati i 32 millimetri, mentre nel raccolto 2021 la percentuale era del 60%. Per quanto riguarda, infine, le tempistiche, lo scorso anno la stagione commerciale si è aperta con 13 giorni di anticipo rispetto al 2021 e ha dovuto fronteggiare maggiori difficoltà nel processo di vendita. Secondo gli operatori più rappresentativi il debole tenore commerciale rispetto alle aspettative è da ricondurre ad una generalizzata e sensibile contrazione dei consumi della noce in guscio. Il timore principale? Terminare la stagione corrente con un riporto di prodotto invenduto molto al di sopra della media, rischiando così di compromettere anche l’inizio della prossima stagione.
Il Mercato Francesco Perego | Direttore Commerciale New Factor Spa
Lo scenario nazionale del mercato della noce sta attraversando una fase complessa: l’importante carry over americano, il calo delle vendite nella GDO e nei canali tradizionali, i volumi di produzioni in crescita per i prodotti europei e cinesi fanno parte dei fattori, di portata nazionale e internazionale, che stanno incidendo sui risultati del settore. In questo contesto, tuttavia, la noce italiana è riuscita a confermare la sua distintività in termini qualitativi, subendo in misura minore le forti correnti che stanno attraversando il panorama attuale. Entrando maggiormente nel merito, la stagione nazionale è certamente partita in salita a causa delle temperature ben al di sopra della media stagionale registrate nei mesi di ottobre e novembre, che hanno inciso sui consumi dell’intero comparto frutta secca e in modo particolare sul prodotto in guscio. Superate le difficoltà iniziali, i volumi di dicembre e di gennaio, benché in lieve flessione rispetto all’anno precedente, hanno invece iniziato a essere quelli tipici del periodo. Il mercato globale ha certamente giocato un ruolo determinante nella definizione del livello dei prezzi del prodotto nazionale che è infatti rimasto tendenzialmente stabile – o addirittura in lieve flessione rispetto all’anno precedente, non riuscendo quindi a compensare i maggiori costi subiti dalla filiera dalla campagna (con l’aumento di tutte le componenti agricole) alla lavorazione (si pensi all’energia necessaria all’essiccazione. del prodotto, avvenuta a ottobre nel picco del costo energetico). In Italia si è comunque riusciti a tutelare il prodotto e soprattutto gli agricoltori, il vero motore di questo progetto, scongiurando il rischio di imboccare la pericolosa curva discendente dei prezzi percorsa dalle altre origini. Si pensi ad esempio al prodotto californiano che ha raggiunto una soglia prezzo di sicura perdita per i produttori, o ai listini decisamente al ribasso dei cugini d’oltralpe. Assodato quindi il difficile contesto generale, chiave del successo della noce nazionale proveniente dalla filiera controllata è senza dubbio la qualità organolettica, oltre ai valori legati all’italianità e alla filiera che restano fondamentali per il consumatore. Nonostante l’estate torrida, che poteva infatti minare lo standard qualitativo a oggi ineguagliato, l’ottimo risultato in campo è stato possibile grazie alle migliori tecniche agronomiche, sia dal punto di vista tecnologico sia della ricerca. Non meno decisivo risulta, poi, anche il lavoro post-raccolta, con una lavorazione e successiva selezione sempre più accurate, necessarie per non tradire la fiducia che il consumatore ripone in misura crescente nel prodotto. La grande sfida futura sarà invece costruire il mercato nazionale dello sgusciato, benché il prodotto pronto al consumo sia in continua crescita a livello globale non si è ancora riusciti a valorizzare in questo segmento la noce italiana, in quanto il tema prezzo resta ancora preponderante e si fatica a far apprezzare il plus di un prodotto di filiera nazionale. Dopo un periodo di forte transizione e incertezza, viene riposta grande fiducia nell’anno appena iniziato e nel futuro della filiera, con la consapevolezza che il percorso per la noce italiana è ancora lungo e potrà dare importanti soddisfazioni a chi per primo ha creduto nel prodotto.
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